Cocaina

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Laboratorio Tossicologia Forense
Xenobiocinetica Clinica
Progetto NPS 2018 - Multicentrica di Ricerca
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Interventi psicoterapeutici


La terapia cognitivo-comportamentale del cocainismo

La terapia cognitivo-comportamentale si basa sui principi di apprendimento sociale. Essa si concentra sull'identificazione dei fattori cognitivi e ambientali che controllano i problemi comportamentali. Lo scopo di questo approccio è che la gente impari condotte alternative all'uso di cocaina e pratichi strategie di autocontrollo. La CBT è particolarmente utile contro la dipendenza da cocaina in quanto presenta un approccio breve, adatto alla maggior parte dei programmi clinici, personalizzato, adattabile ad un ampia gamma di pazienti, e compatibile con altri trattamenti che i cocainomani devono ricevere come, ad esempio, la terapia farmacologica.
Sebbene la CBT (Cognitive-behavioural therapy) sia solitamente associata a bassi livelli di mantenimento della terapia stessa, il suo principale beneficio sembra essere la moderazione del consumo, in particolare nei soggetti che presentano elevate capacità intellettuali, con depressione e pesantemente dipendenti. Inoltre, tra quest’ultima tipologia di pazienti, la CBT sembra produrre migliori risultati della psicoterapia e del trattamento residenziale.Anche la portata con la quale i partecipanti completano i compiti assegnati per casa appare influenzare i risultati del trattamento. Così, durante la CBT e durante tutto l’anno seguente alla fase 1, i dipendenti di cocaina partecipanti, con un forte tasso di compiti svolti, mostrano un uso di cocaina significativamente più basso.

Questi risultati suggeriscono che la buona volontà di completare sessioni di lavoro straordinario a casa è un importante mediatore di risposta al trattamento. Tuttavia gli utenti con minori capacità cognitive appaiono non beneficiarne completamente, poiché il loro livello di dropout appare essere troppo più alto di quello riscontrato negli utenti con maggiori capacità cognitive. Diversi studi hanno dimostrato che i livelli di ritenzione e astinenza sono molto più bassi entro il gruppo precedente, con trattamenti dalle performance migliori su test cognitivi che dei dropout. Questi risultati consigliano che le abilità cognitive del paziente dovrebbero essere prese in considerazione quando si scelgono le impostazioni del trattamento, specialmente perchè studi empirici evidenziano come l’uso cronico di cocaina possa avere effetti dannosi sulle funzioni cognitive. Infine, altri studi hanno dimostrato che gli utenti cocainomani con problemi di comorbidità alcoolica durante il trattamento comportamentale presentano tassi più bassi di astinenza da cocaina degli utenti che non facevano uso di alcool all’entrata in trattamento.

La terapia di coppia comportamentale

Le terapie di coppia a carattere comportamentale sono trattamenti che possono integrarsi con i trattamenti sanitari ed hanno come obbiettivo quello di sostenere l’astinenza, migliorare i rapporti all’interno delle coppia e ridurre eventuali comportamenti violenti tra i partner.

La terapia familiare strategica breve

è stato sviluppato come un approccio che ha l’obbiettivo di supportare le famiglie che abbiano membri di età adolescenziale. è stato realizzato all’interno del Cocaine Collaborative Study del Nida per raggiungere o mantenere l’astinenza e per aiutare i soggetti ad affrontare difficoltà personali anche non direttamente connesse all’uso di droga.

Terapia della famiglia

La terapia della famiglia ha un riscontro di notevole rilievo sia in ambito italiano ed europeo che oltre oceano. In Italia l’applicazione di tale paradigma si è rivelato di grande utilità per il trattamento di famiglie con dinamiche particolarmente complesse secondo le ricerche e la manualistica realizzata in diverse scuole con questo indirizzo. Autori come Stanton, o come Cancrini in Italia, hanno effettivamente contribuito ad aggiungere strumenti concettuali di comprensione e di intervento nel settore delle dipendenze.

La terapia motivazionale

L’approccio incardinato sui riferimenti teorici di Prochaska e DiClemente (1986) relativo al riconoscimento, al sostegno e all’evoluzione del quadro motivazionale del paziente costituisce un elemento di grande impatto nel trattamento delle dipendenze, naturalmente anche nel caso del cocainismo. L’approccio motivazionale può essere usato singolarmente, oppure contemporaneamente ad altri trattamenti o come preludio a successivi interventi psicoterapeutici o farmacologici e psicosociali.

La psicoterapia psicodinamica

L’applicazione dell’approccio psicodinamico conduce ad una serie di importanti problemi di valutazione.
Innumerevoli sono infatti i saggi sulla problematicità del rapporto tra gli obbiettivi di evoluzione generale dei processi di funzionamento endopsichici del soggetto e la ricerca di soluzione dei sintomi che lo spingono a chiedere un trattamento. L’approccio psicodinamico infatti, almeno nella sua caratterizzazione prevalente, si pone come una terapia generale e non sintomatica anche se nel corso degli ultimi anni siano state elaborate forme più flessibili ed orientate a specifiche esigenze cliniche dei pazienti. Ad esempio sia a livello internazionale che in Italia sono state sperimentate nel settore delle dipendenze terapie psicodinamiche focali o forme brevi applicate sia in modo isolato che in integrazione con altri tipi di trattamento.
La ricerca sugli aspetti psicopatologici e sulle tecniche di intervento psicodinamico sono state molto intense sia oltre oceano che in Europa e soprattutto in Francia. Tuttavia pochissimi di questi contributi sono stati canalizzati in ricerche che avessero un rilievo valutativo con una prospettiva di epidemiologia clinica.

La terapia dei 12 passi

Il trattamento che utilizza la terapia dei 12 passi ha origine dall’approccio sviluppato nei gruppi degli Alcolisti Anonimi. è controverso considerare tale approccio come intervento psicosociale, o psicoterapia o nessuna di queste due cose. Tralasciando tale questione è possibile dire che la sua evoluzione, che sostiene sia le componenti motivazionali che la presa di coscienza della problematicità della propria situazione, ha consentito di realizzare un intervento sistematico che valorizza le risorse del paziente e il riconoscimento dei suoi molteplici bisogni. Questo approccio è stato usato anche nel trattamento del cocainismo in associazione con alcolismo e sono state sviluppate ricerche per la sua valutazione in termini di ritenzione in trattamento e di efficacia.



FONTI
  1. Serpelloni G., Macchia T., Gerra G. COCAINA. Manuale di aggiornamento tecnico scientifico. La Grafica, Vago di Lavagno (VR), 2006.